Talvolta bisogna parlare anche di cose serie. Non che la musica sia un argomento futile, è carburante essenziale dell'esistenza umana e di molte sue sfumature. Ma poi, dalle note e i testi si dovrà pur passare ai fatti.
Io ho ventitrè anni, e come molti miei coetanei (e non) un'enorme difficoltà ad inserirmi nel mondo del lavoro. Quel mondo che paradossalmente è ,ad oggi, indispensabile per creare i presupposti di un'esistenza che meriti di essere definita "dignitosa". Dico paradossalmente, perchè proprio quando ce ne sarebbe grande bisogno, i nostri politicanti (e in questo momento il governo Renzi in particolare) fanno di tutto per rendere pressochè inadempibile questa necessità tanto cruciale in una società che tra spese, bollette, alte aspettative di vita, non può fare a meno della progettualità per esplicarsi.
Ma cosa si può progettare nel mondo d' oggi? A dire il vero poco o nulla.
Questo è scontato lo so, e qualcuno potrebbe obiettare che ai nostri nonni in fondo è andata molto peggio di noi. E in effetti avrebbe ragione. Ma i nostri nonni erano abituati a vivere alla giornata, combattendo giorno per giorno per un tozzo di pane, sacrificandosi contro il freddo, condizioni di vita durissime, che noi oggi non siamo più in grado di affrontare. Soprattutto considerando che ci è stata propinata un'innegabile abitudine alla comodità.
E poi cosa potrebbe giustificare un ritorno al passato tanto deleterio? Non c'è la possibilità di stare bene, o è una precisa scelta politica di chi ci governa?
Il problema della mancanza, precarietà, instabilità del lavoro non è solo una piaga sociale, come i nostri "accorati governanti" vanno blaterando ormai da anni. La mancanza di lavoro crea mancanza di fiducia in se stessi, crea disagi abnormi ai più e ai meno giovani, crea uno scompenso vitale nella società che annulla tutte le potenziali energie costruttive di cui è capace l'uomo.
Cerco di entrare sempre nel merito delle cose di cui parlo, ed è per questo che non mi piace parlare di ciò che non conosco davvero. Io non sono un esperto di politica; di leggi e di burocrazia me ne intendo davvero poco. Ma qui non c'è bisogno di essere dei dotti per comprendere che Renzi e i suoi amichetti, al pari di Berlusconi e chi lo ha preceduto, ci stanno prendendo in giro, fingendo di fare tante cose, ma cambiando davvero poco e spesso in peggio.
Non posso tollerare lo sguardo spavaldo e indifferente di Renzi che mentre assottiglia ulteriormente i diritti dei lavoratori con il suo Jobs act, fa battute e si diverte compiaciuto ed apparentemente sereno e sicuro, mentre migliaia di famiglie vivono drammi anche a causa della sua e della loro non curanza, della sua mancanza di coraggio, del suo essere un politico del compromesso che frega tutti alla stregua del peggior Giolitti d'annata.
Non posso tollerare che noi giovani non facciamo nulla difronte a tutto questo. Bisognerebbe alzarsi ed andare alla manifstazione indetta dalla Fiom sabato 28 Marzo.
Renzi è ancor più colpevole di Berlusconi, poichè ha tradito le speranze di migliaia di persone che s'illudevano ancora (per fortuna io non sono e non ero tra quelle) che il PD potesse rappresentare un baluardo dell'equità, dell'attenzione per il sociale. Il PD ha ampiamente volatilizzato quel pizzico di dignità ch'era rimasta alla sinistra dopo la dissoluzione del suo unico vero partito di rappresentanza in Italia il PCI, già dai tempi di D'alema, Veltroni e compagnia bella.
Infatti, se da una parte c'è Renzi che si crogiola nei suoi deliri d'onnipotenza, spartendo il futuro degli italiani con Lupi, Alfano, Quagliariello e il peggio dei ruderi della DC prima e di Berlusconi poi, dall'altra ci sono i vari Cuperlo, Fassina e non ultimo Bersani che si lamentano ma non hanno il coraggio di dare un segnale contro questa deriva. E se è vero che lascerebbero il partito nelle mani del premier, è anche vero che chi aveva un anelito di fiducia in loro preferirebbe questo gesto di dignità, che una lunga serie di chiacchiere e compromessi che scontentano tutti.
Io Landini non lo conosco personalmente, non so se sia effettivamente una brava persona o meno, ma so che quello che dice è ciò che si avvicina di più a quello che penso, che ha dimostrato nel corso di questi anni di combattere (unico negli ultimi anni) strenuamente per difendere i diritti dei più deboli, ottenendo in realtà più sconfitte che vittorie;; ma credo ancora che sia più giusto combattere per ciò in cui si crede davvero e perdere, piuttosto che vincere e ottenere qualcosa in cui non si crede.
La sinistra è scomparsa ormai da anni, e Renzi ne ha scritto il manifesto funebre. Ma prescindendo dalle "obsolete"" categorie politiche (qualche pseudo-esperto mi darebbe del vecchio sentendomi parlare ancora di destra e sinistra, facendo il verso a Gaber, che si rivolterebbe nella tomba vedendo le sue tematiche tanto banalizzate da questi falsi intenditori), io, e come me sono sicuro milioni di individui, sentono ancora lo smisurato bisogno di qualcuno che urli con forza, e che sbatta anche i pugni sul tavolo, che rappresenti il sacro santo diritto della gente a crearsi un'esistenza serena, o quanto meno normale, senza il bisogno di clientelismi, favoritismi, malsani aiutini in cambio di qualcos'altro. Di qualcuno che cambi davvero le cose e che non viva di vacui slogan, come facevno i fascisti. Di qualcuno che dia di nuovo la possibilità ad un padre di famiglia, di sperare per il futuro dei figli. Di qualcuno che dia a questi figli la possibilità e la voglia di ripercorrere il cammino dei propri genitori. Questa, ad oggi, è la sola vera utopia.
Io ho ventitrè anni, e come molti miei coetanei (e non) un'enorme difficoltà ad inserirmi nel mondo del lavoro. Quel mondo che paradossalmente è ,ad oggi, indispensabile per creare i presupposti di un'esistenza che meriti di essere definita "dignitosa". Dico paradossalmente, perchè proprio quando ce ne sarebbe grande bisogno, i nostri politicanti (e in questo momento il governo Renzi in particolare) fanno di tutto per rendere pressochè inadempibile questa necessità tanto cruciale in una società che tra spese, bollette, alte aspettative di vita, non può fare a meno della progettualità per esplicarsi.
Ma cosa si può progettare nel mondo d' oggi? A dire il vero poco o nulla.
Questo è scontato lo so, e qualcuno potrebbe obiettare che ai nostri nonni in fondo è andata molto peggio di noi. E in effetti avrebbe ragione. Ma i nostri nonni erano abituati a vivere alla giornata, combattendo giorno per giorno per un tozzo di pane, sacrificandosi contro il freddo, condizioni di vita durissime, che noi oggi non siamo più in grado di affrontare. Soprattutto considerando che ci è stata propinata un'innegabile abitudine alla comodità.
E poi cosa potrebbe giustificare un ritorno al passato tanto deleterio? Non c'è la possibilità di stare bene, o è una precisa scelta politica di chi ci governa?
Il problema della mancanza, precarietà, instabilità del lavoro non è solo una piaga sociale, come i nostri "accorati governanti" vanno blaterando ormai da anni. La mancanza di lavoro crea mancanza di fiducia in se stessi, crea disagi abnormi ai più e ai meno giovani, crea uno scompenso vitale nella società che annulla tutte le potenziali energie costruttive di cui è capace l'uomo.
Cerco di entrare sempre nel merito delle cose di cui parlo, ed è per questo che non mi piace parlare di ciò che non conosco davvero. Io non sono un esperto di politica; di leggi e di burocrazia me ne intendo davvero poco. Ma qui non c'è bisogno di essere dei dotti per comprendere che Renzi e i suoi amichetti, al pari di Berlusconi e chi lo ha preceduto, ci stanno prendendo in giro, fingendo di fare tante cose, ma cambiando davvero poco e spesso in peggio.
Non posso tollerare lo sguardo spavaldo e indifferente di Renzi che mentre assottiglia ulteriormente i diritti dei lavoratori con il suo Jobs act, fa battute e si diverte compiaciuto ed apparentemente sereno e sicuro, mentre migliaia di famiglie vivono drammi anche a causa della sua e della loro non curanza, della sua mancanza di coraggio, del suo essere un politico del compromesso che frega tutti alla stregua del peggior Giolitti d'annata.
Non posso tollerare che noi giovani non facciamo nulla difronte a tutto questo. Bisognerebbe alzarsi ed andare alla manifstazione indetta dalla Fiom sabato 28 Marzo.
Renzi è ancor più colpevole di Berlusconi, poichè ha tradito le speranze di migliaia di persone che s'illudevano ancora (per fortuna io non sono e non ero tra quelle) che il PD potesse rappresentare un baluardo dell'equità, dell'attenzione per il sociale. Il PD ha ampiamente volatilizzato quel pizzico di dignità ch'era rimasta alla sinistra dopo la dissoluzione del suo unico vero partito di rappresentanza in Italia il PCI, già dai tempi di D'alema, Veltroni e compagnia bella.
Infatti, se da una parte c'è Renzi che si crogiola nei suoi deliri d'onnipotenza, spartendo il futuro degli italiani con Lupi, Alfano, Quagliariello e il peggio dei ruderi della DC prima e di Berlusconi poi, dall'altra ci sono i vari Cuperlo, Fassina e non ultimo Bersani che si lamentano ma non hanno il coraggio di dare un segnale contro questa deriva. E se è vero che lascerebbero il partito nelle mani del premier, è anche vero che chi aveva un anelito di fiducia in loro preferirebbe questo gesto di dignità, che una lunga serie di chiacchiere e compromessi che scontentano tutti.
Io Landini non lo conosco personalmente, non so se sia effettivamente una brava persona o meno, ma so che quello che dice è ciò che si avvicina di più a quello che penso, che ha dimostrato nel corso di questi anni di combattere (unico negli ultimi anni) strenuamente per difendere i diritti dei più deboli, ottenendo in realtà più sconfitte che vittorie;; ma credo ancora che sia più giusto combattere per ciò in cui si crede davvero e perdere, piuttosto che vincere e ottenere qualcosa in cui non si crede.
La sinistra è scomparsa ormai da anni, e Renzi ne ha scritto il manifesto funebre. Ma prescindendo dalle "obsolete"" categorie politiche (qualche pseudo-esperto mi darebbe del vecchio sentendomi parlare ancora di destra e sinistra, facendo il verso a Gaber, che si rivolterebbe nella tomba vedendo le sue tematiche tanto banalizzate da questi falsi intenditori), io, e come me sono sicuro milioni di individui, sentono ancora lo smisurato bisogno di qualcuno che urli con forza, e che sbatta anche i pugni sul tavolo, che rappresenti il sacro santo diritto della gente a crearsi un'esistenza serena, o quanto meno normale, senza il bisogno di clientelismi, favoritismi, malsani aiutini in cambio di qualcos'altro. Di qualcuno che cambi davvero le cose e che non viva di vacui slogan, come facevno i fascisti. Di qualcuno che dia di nuovo la possibilità ad un padre di famiglia, di sperare per il futuro dei figli. Di qualcuno che dia a questi figli la possibilità e la voglia di ripercorrere il cammino dei propri genitori. Questa, ad oggi, è la sola vera utopia.