Ogni tanto mi capita ancora di riflettere, una pratica molesta che ho cercato, invano, di abbandonare negli ultimi anni.
Certamente avrete avuto modo di ascoltare, se non dire, "eh ci sono dei lavori che nessuno vuol più fare!"
Dal panettiere, al muratore, dall'allevatore al fabbro e così via.
In effetti, pur non avendo dati ufficiali alla mano, anche a me pare che alcuni di questi impieghi siano messi da parte per ambire a posti più remunerativi, o semplicemente più comodi.
Senza entrare nel merito della polemica circa il se e quanto tali occupazioni possano essere appetibili, mi preme in questa brevissima osservazione notare che, ogni qualvolta un mio interlocutore si lamenta delle carenze di suddette figure professionali, ovviamente condendo le sue dissertazioni con valutazioni spregiative di colui o colei che non ha portato avanti l'attività per mancanza di volontà, voglia, coraggio ecc., egli (il mio interlocutore) non ha mai nemmeno lontanamente tentato di avviare un laboratorio per la panificazione, non ha preso con se un piccolo gregge da curare ogni mattino, e tantomeno ha ritenuto opportuno fare un mestiere che implicasse particolari sforzi fisici.
Ecco, questo giusto per evidenziare una deriva che troppo spesso ci contraddistingue, ovvero il parlare, o per meglio dire blaterare, senza alcuna cognizione di causa, stigmatizzando ogni decisione altrui.
Mi piacerebbe tanto un mondo in cui tutti si strappino i capelli per fare i panettieri, ma non posso certo inculcare in qualcun altro una volontà che non mi appartiene, né posso pretenderla da lui.
Insomma, pensiamo a fare bene il nostro di lavoro, che già quello sarebbe un mezzo miracolo.
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