The Clash:
“London calling”
Il punk senza il punk.
Se è vero che il mio
gruppo punk preferito sono i Ramones, è pur vero che Joe Strummer e compagni
hanno saputo trascendere le barriere di questo genere, contaminandolo con ska,
reggae, rockabilly, blues.
Così il chitarrista
degli Who, PeteTownshend, sul loro conto: -“I Clash erano dei poeti. In quanto
artisti che lavoravano nel campo della musica erano liberi di esprimere i loro
disagi nei confronti del mondo che li circondava. Esprimevano rammarico anche
per il fatto che le band che li avevano preceduti (come gli Who) non erano
abbastanza militanti”.
In questo senso i
Clash sono stati il gruppo più punk rock della storia.
Ma veniamo all’album.
Camuffatomi nei panni
di un giornalista di fine anni 70’, con tanto di pantaloni a zampa d’elefante e
occhiali con montatura vintage, ho deciso di chiedere un’intervista a Joe su
questo lavoro, e lui ha accettato. Quel che segue ne è l’esito:
-Signor Strummer, la ringrazio
per aver accettato il nostro invito. Partiamo da una considerazione molto
personale. Anche lei crede che questo sia il vostro miglior disco?
-Mi chiami solo Joe. Lei dice che questo è il nostro miglior disco? Non
ne ho idea, dovrebbe chiederlo al pubblico, non a me. Io le posso semplicemente
dire che di sicuro siamo soddisfatti di questo lavoro. Per la prima volta in
tanti anni ognuno di noi ha dato un contributo considerevole alla stesura, e
grazie a questo sentiamo di conoscerci molto meglio oggi.
-Va bene joe. La gente
la ama. Ama il suo stravagante taglio di capelli, il modo in cui canta, il suo
carisma. Come vive tutto questo? Le farà piacere immagino…
-Certo che mi fa piacere! Diffidi sempre di quegli artisti che fingono
di disprezzare la celebrità e l’amore dei propri fan. Sono gli individui più
egocentrici ed egoisti che possano esistere.
-Ascolterò il suo
consiglio. Ma mi dica.. molti vi accusano di essere oltremodo politicizzati nei
vostri testi. Prendiamo la title track ad esempio. Non le sembra uno scenario
eccessivamente apocalittico?
-Perché, a lei pare che questo in cui viviamo non sia uno scenario
apocalittico? Guardi gli U.S.A e l’U.R.S.S. pronti a far esplodere una bomba
nucleare, ammazzando migliaia d’innocenti, solo per segnare la propria
supremazia. Guardi l’inciviltà che ci circonda, una società dell’arrivismo in
cui tutti si sgozzano per raggiungere una finta felicità. La felicità non ha
nulla a che fare con i milioni, e mi creda non sono certo uno che confida
ancora nelle favole io. Li mandi a quel paese quelli che ci dicono di essere
troppo politicizzati. Sono loro troppo insulsi!
-Ma lei di milioni ne
guadagna, e anche tanti. Forse è troppo facile parlare da una posizione comoda
come la sua, non crede?
-Lei ha ragione, io guadagno bene. Ma non ho mai detto che questo sia un
peccato. Dico solo che sono altre le cose fondamentali nella vita di un uomo.
Guadagnare è necessario e deve essere un diritto di tutti, cosa che oggi
diventa paradossalmente sempre meno vera.
-Già. Torniamo a noi
ora. Come definirebbe quest’ultimo lavoro dei Clash?
-Alienante.
-Perché?
-Perché volevamo dipingere un quadro della società in cui viviamo, e
questo è il termine che la definisce meglio.
-Bene. Cos’ha di
speciale quest’album?
-Bè, direi che è fresco, originale, siamo riusciti ad ottenere un mix di
canzoni molto diverse tra loro, ma che si sposano alla perfezione.
-Ecco, qualcuno vi ha
criticato per questa facilità di passare da un genere all’altro. Vi ritengono
poco punk. Cosa risponde?
- Che possono fottersi! Il punk non è un genere, è uno stile
di vita.
-Giusto. Mi vuol citare
qualche particolare canzone di questo lavoro?
-Mh, è difficile estrapolarne solo qualcuna, ma tra le mie preferite ci
sono senza dubbio London calling, Death or glory, Spanish
Bombs ispirata alla guerra civile spagnola, Clampdown e Train in Vain.
-Ottime scelte. Signor
Strummer ci rimangono pochi secondi, il mio registratore è quasi scarico…
-Mi chiami Joe le dico!
-Ah certo mi scusi
Joe! Le faccio un’ultima domanda. Perché qualcuno dovrebbe ascoltare questo
disco?
-Se quel qualcuno è incazzato, e non si vuole arrendere a un sistema
consumista e guerrafondaio, farà bene ad ascoltarlo. Ma se gli stanno bene le
cose come stanno, che lasci perdere la nostra band!
-Un’ ultimissima cosa…
Forse tra qualche anno il mondo cambierà in meglio, e i vostri testi saranno
reputati anacronistici, e voi potreste essere accantonati a discapito di gruppi
come dire più…
“canonici”!
-Non s’inganni, amico mio. In giro, anche tra venti o
trent’anni, ci sarà sempre più bisogno dei Clash.-.
Voto: 9/10
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