Premessa: Gambatesa, le origini di un popolo e del suo territorio
Una località di nome "Gambatesa" appare nelle fonti storiche solo dalla seconda metà del XII secolo. La vita del nostro paese è dunque così, relativamente, breve?
Si sa che la storia è colma di sfumature, e affermare che non esistesse nessun nucleo abitato nei pressi dell'attuale centro urbano, sarebbe quanto meno affrettato e superficiale.
Ma partiamo dalle testimonianze "materiali": che si giri in un lungo ed in largo il nostro paese, che lo si indaghi da ogni punto di vista, è impossibile non notare quanto la sua sia una conformazione strutturale e geografica prettamente medievale. Per di più non sono presenti, all'interno del centro abitato, aree archeologiche antiche, né reperti d'epoca romana o sannita, nemmeno nei materiali di riporto con cui poi furono costruiti il castello e tutti gli edifici più antichi.
Abbiamo però, credo approssimativamente a 4-5 km dal centro urbano di Gambatesa e precisamente in Contrada Piana delle Noci, i resti di una necropoli romana, purtroppo ancora nascosta dalla terra.
Abbiamo inoltre un ulteriore indizio che ci porterebbe a dedurre che il nostro territorio sia stato abitato e frequentato sin dai tempi più remoti: il tratturo Lucera- Castel di Sangro, uno dei tratturi più importanti nella pastorizia, ma anche crocevia, punto cardine e di passaggio tra i territori montuosi abruzzesi e le floride pianure della Puglia. E voi saprete meglio di me dell'importanza che questo tragitto ha ricoperto nel corso della storia, ancor prima della venuta dei romani. E sebbene non possiamo essere certi che il tratturo abbia continuato ad essere praticato e praticabile, almeno durante la prima parte del medioevo, appare quanto mai improbabile che un percorso che sia arrivato con tutta la sua fama sino ai giorni nostri, fosse stato del tutto ignorato e lasciato in disuso dai nostri avi nel medioevo.
Da questo momento in poi c'addentreremo nel campo delle ipotesi, ma badate bene che si tratta di ipotesi suffragate da varie fonti e soprattutto dalla logicità delle loro motivazioni.
Vipera e Gambatesa
Dicevamo che dalle fonti non abbiamo notizia di Gambatesa prima della seconda metà del XII secolo.
Abbiamo però vari riferimenti, precedenti al periodo sopra citato, ad un abitato di nome Vipera, più precisamente "Guiperanum".
Ebbene cosa centra Vipera con Gambatesa, vi chiederete. Si dà il caso, e chiunque sia nativo del nostro borgo lo sa bene, che proprio difronte al nostro paesino si erga una collinetta dalla forma peculiare, da tutti chiamata "Toppo della Vipera".
Vi sembrerà che io stia forzando i termini della questione, in quanto una semplice omonimia non può bastare per dimostrare alcunché. E in effetti avreste ragione, se solo non ci fossero alcuni punti interessanti, che vi vado ad elencare.
Nelle fonti scritte la nostra Vipera è sempre citata senza Gambatesa, e cronologicamente prima di essa. Meno un caso: in questo specifico caso, riportato da Francesco Rossi prima, da Franco Valente (grazie al quale ne sono venuto a conoscenza) poi, in un appunto ripreso dai "distrutti Registri angioini" si legge che nel 1330 Margherita di Gambatesa, moglie di Riccardo Caracciolo e figlia di Riccardo di Gambatesa, possedeva il "castrum" di Gambatesa e tra gli altri quello di "Tofarie et Vipere".
Appare singolare che l'unica volta in cui Gambatesa e Vipera sono citate contemporaneamente, esse siano in qualche modo strettamente correlate tra loro, vuoi per una vicinanza territoriale, vuoi per i feudatari che ne traevano le sorti.
Il buon Franco Valente, che a differenza mia ha fatto una vera e propria ricerca storica e ha già discusso di queste tematiche nel suo volume dedicato al castello, si è recato al nostro "Toppo della Vipera", spinto dalla possibilità di rinvenirvi i resti dell'antica Guiperanum, è ne è tornato vedendo i suoi dubbi "aggravati dopo un'attenta ispezione dei luoghi...." infatti "con esclusione dell'impianto di una piccola cisterna-serbatoio, non sono stato capace di trovare una benché minima traccia di una muratura di qualunque tipo".
Valente continua affermando che sebbene l'ultima volta in cui Vipera sia stata menzionata risalga a settecento anni fa, appare strano che non vi sia alcuna sua traccia.
Dunque Vipera doveva trovarsi in un altro luogo, oppure... oppure potrebbe aver rappresentato un primitivo nucleo abitato dell'odierna Gambatesa, in epoca longobarda chiamata Guiperanum, e da cui ha preso nome il vicino "Toppo". Questo è possibile, ma ad oggi non è dimostrabile, e a me non pare del tutto logicamente accettabile, almeno in questi termini.
Ma se proviamo ad immaginare che i primi abitanti dell'odierna Gambatesa provenissero da un altro luogo ad essa attiguo, magari chiamato Vipera, e che si fossero spostati, vuoi per motivazioni geo-politiche, alimentari, climatiche, per danni provocati da terremoti o frane, verso l'altura che oggi ospita il nostro villaggio, allora tutto appare più plausibile.
Torniamo per un attimo al Toppo della Vipera. Se è pur vero che non è stato rinvenuto alcun reperto in zona, è altrettanto vero che la ricerca si è soffermata solo sul colle specifico, e non è andata oltre, nelle zone adiacenti. Dietro il suddetto colle esiste una necropoli romana, che non disterà più di un paio di km dallo stesso. Che la zona sia stata abitata anche successivamente? Potrebbe essere.
Ma indaghiamo più affondo questo Toponimo: perché Vipera?
Il culto della vipera e, più precisamente, quello della Vipera Anfisbena, mitico serpente dotato di due teste, era largamente diffuso tra i longobardi, e specie nel territorio giuridico beneventano, di cui all'epoca il nostro Fortore faceva parte. Come non supporre dunque che tale nome sia strettamente legato al periodo di frequentazione longobarda?
Degli insediamenti longobardi, seppur minimi, dovevano essere presenti in quella zona, tanto più che nelle sue vicinanze fu poi costruita la chiesetta oggi intitolata alla "Madonna della Vittoria". Ci siamo mai chiesti come mai quella chiesa si trova proprio lì, in un luogo evidentemente diverso e relativamente distante dall'attuale centro abitato? Se teniamo presente che San Barbato, fece di tutto per sopprimere il culto idolatro della vipera, possiamo immaginare che la chiesetta della Madonna della Vittoria sia stata posta in quel luogo proprio come "rimedio" alle credenze, che visto il nome del colle, dovevano lì essere fortemente radicate. Non è da escludere che l'edificio potesse essere in un primo momento collegato proprio al culto della vipera, prima di esserne "liberato" e ristrutturato dall'ortodossia della fede cristiana. Ma se c'era una religione, doveva anche esserci qualcuno che la praticava o che comunque ne seguiva i precetti.
Ecco che torna calda l'idea che una Vipera esistesse, e che fosse nei pressi dell'attuale Gambatesa. E che forse gli abitanti di questo antico borgo furono i primi ad insediarsi sull'altura su cui oggi sorge il nostro bel paese.
Tutto quello che ho detto non è dimostrabile, ma di certo è ragionevole e in un certo senso intrigante.
Ad ogni modo, ai posteri l'ardua sentenza!