Siamo ormai giunti alla fine di questo 2014, e come ogni buon blog di musica che si rispetti, mi sono cimentato nello stilare la mia personalissima classifica dei migliori dischi dell'anno, sperando che questa possa essere di consiglio a qualche ascoltatore.
L'unica premessa che vorrei fare è che ovviamente inserirò solo album che ho ascoltato e metabolizzato completamente, dovendo necessariamente tralasciare altri lavori dei quali ho sentito parlare benissimo, ma che purtroppo non ho ancora avuto modo di "analizzare" pienamente. D'altronde scrivo su questo blog per hobby, non essendo un critico musicale di mestiere.Dunque chiunque non fosse d'accordo con questa classifica è libero di dirlo, e di aggiungere quelli che ritiene siano i migliori lavori pubblicati negli ultimi 365 giorni. A voi i miei preferiti:
6- This is all yours, Alt-j. Questo è l'ultimo che ho ascoltato in ordine di tempo, ed entra di diritto nella top six per la ricercatezza dei suoni e dei cori, per l'originalità degli Alt-j che rimane intatta dopo il meraviglioso "An awesome wave" (e non era cosa facile). Un lavoro ermetico, leggermente meno diretto rispetto al precednte, ma che va ascoltato tutto d'un fiato, e regala splendide suggestioni già dal primo ascolto, per poi diventare nelle successive ripetizioni un piccolo gioiello imprescindibile.
5- Present Tense, Wild Beasts. Sulla falsariga degli Alt-j, i Wild Beasts è possibile incontrarli sul binario della sperimentazione, che qui è però ancor più orientata verso l'elettronica. Falsetti e voci baritonali sovrapposte e talvolta contrapposte, sintetizzatori utilizzati in maniera sapiente e mai banale, e qualche melodia da far mozzare il fiato anche al peggior scettico.Ascoltare Mecca per credere. Quinto posto decisamente meritato.
4-Il padrone della festa, Fabi, Silvestri, Gazzè. Non potevo lasciare da parte il panorama musicale nostrano che quest'anno ci ha riservato una squisita sorpresa: tre dei nostri migliori cantautori si sono uniti per dar vita ad un disco dalle atmosfere nostalgiche, di ampio respiro, ispiratrato nei testi quanto nelle melodie, cantato dannatamente bene, e per giunta registrato ancor meglio. Da far venire l'acquolina in bocca ad un audiofilo incallito!
3-Songs of innocence, U2. Dopo quasi quarant'anni di onorata carriera, è già un miracolo se una band è ancora unita, se fa ancora tour, figurarsi se riesce a creare undici canzoni coese ed ispirate. Questo è esattamente quello che è successo con questo ottimo album, raccordato con gli albori del gruppo, ma completamente immerso (specie musicalmente) nel presente. Grazie anche al lavoro di produzione di Danger Mouse e dei tanti colleghi, il disco è un connubio di mestiere rock e freschezza pop, rivelandosi il migliore realizzato dagli irlandesi dal controverso e potente "Pop". I Fasti del passato rimangono lì, ma nel presente gli U2 riescono ancora a dire la loro, battendosela tranquillamente con i migliori gruppi del momento.
2- Morning Phase, Beck. Il folletto Beck torna a stupirci con un'opera degna del suo nome, che mixa perfettamente le tre anime del cantautore: quella più sperimentale, tesa a pochi ma giusti tocchi elettronici, quella più intimista, tutta concentrata in linee armoniche semplici e basate fondamentalmente su strumenti acustici, e quella orchestrale riconoscibile nelle cruciali sfumature di quasi tutte le canzoni. Il tutto è completato dai suoi testi brillanti e profondi, e da un lirismo mai esagerato, che non fa una piega.
1-Lost in The dream, The war on drugs. La palma d'oro di disco più bello dell'anno, stavolta se l'aggiudicano (per quanto mi riguarda) The war on drugs, progenitori di un disco sulfureo, notturno, sognante, ai limiti del mistico se me lo permette. Sentito dalla prima all'ultima traccia lascia l'ascoltatore inebriato e sazio di un viaggio non solo musicale, ma fatto per lo più di atmosfere magiche e suggestive, inglobate perfettamente nel complesso di un panorama indefinito. Come affacciarsi da un promontorio, e vedere una valle pianeggiante al culmine della quale l'occhio non riesce più a distinguere tra cielo e terra. Certi dischi vanno ascoltati con attenzione, anche solo per vivere un'esperienza appagante per la nostra anima.
L'unica premessa che vorrei fare è che ovviamente inserirò solo album che ho ascoltato e metabolizzato completamente, dovendo necessariamente tralasciare altri lavori dei quali ho sentito parlare benissimo, ma che purtroppo non ho ancora avuto modo di "analizzare" pienamente. D'altronde scrivo su questo blog per hobby, non essendo un critico musicale di mestiere.Dunque chiunque non fosse d'accordo con questa classifica è libero di dirlo, e di aggiungere quelli che ritiene siano i migliori lavori pubblicati negli ultimi 365 giorni. A voi i miei preferiti:
6- This is all yours, Alt-j. Questo è l'ultimo che ho ascoltato in ordine di tempo, ed entra di diritto nella top six per la ricercatezza dei suoni e dei cori, per l'originalità degli Alt-j che rimane intatta dopo il meraviglioso "An awesome wave" (e non era cosa facile). Un lavoro ermetico, leggermente meno diretto rispetto al precednte, ma che va ascoltato tutto d'un fiato, e regala splendide suggestioni già dal primo ascolto, per poi diventare nelle successive ripetizioni un piccolo gioiello imprescindibile.
5- Present Tense, Wild Beasts. Sulla falsariga degli Alt-j, i Wild Beasts è possibile incontrarli sul binario della sperimentazione, che qui è però ancor più orientata verso l'elettronica. Falsetti e voci baritonali sovrapposte e talvolta contrapposte, sintetizzatori utilizzati in maniera sapiente e mai banale, e qualche melodia da far mozzare il fiato anche al peggior scettico.Ascoltare Mecca per credere. Quinto posto decisamente meritato.
4-Il padrone della festa, Fabi, Silvestri, Gazzè. Non potevo lasciare da parte il panorama musicale nostrano che quest'anno ci ha riservato una squisita sorpresa: tre dei nostri migliori cantautori si sono uniti per dar vita ad un disco dalle atmosfere nostalgiche, di ampio respiro, ispiratrato nei testi quanto nelle melodie, cantato dannatamente bene, e per giunta registrato ancor meglio. Da far venire l'acquolina in bocca ad un audiofilo incallito!
3-Songs of innocence, U2. Dopo quasi quarant'anni di onorata carriera, è già un miracolo se una band è ancora unita, se fa ancora tour, figurarsi se riesce a creare undici canzoni coese ed ispirate. Questo è esattamente quello che è successo con questo ottimo album, raccordato con gli albori del gruppo, ma completamente immerso (specie musicalmente) nel presente. Grazie anche al lavoro di produzione di Danger Mouse e dei tanti colleghi, il disco è un connubio di mestiere rock e freschezza pop, rivelandosi il migliore realizzato dagli irlandesi dal controverso e potente "Pop". I Fasti del passato rimangono lì, ma nel presente gli U2 riescono ancora a dire la loro, battendosela tranquillamente con i migliori gruppi del momento.
2- Morning Phase, Beck. Il folletto Beck torna a stupirci con un'opera degna del suo nome, che mixa perfettamente le tre anime del cantautore: quella più sperimentale, tesa a pochi ma giusti tocchi elettronici, quella più intimista, tutta concentrata in linee armoniche semplici e basate fondamentalmente su strumenti acustici, e quella orchestrale riconoscibile nelle cruciali sfumature di quasi tutte le canzoni. Il tutto è completato dai suoi testi brillanti e profondi, e da un lirismo mai esagerato, che non fa una piega.
1-Lost in The dream, The war on drugs. La palma d'oro di disco più bello dell'anno, stavolta se l'aggiudicano (per quanto mi riguarda) The war on drugs, progenitori di un disco sulfureo, notturno, sognante, ai limiti del mistico se me lo permette. Sentito dalla prima all'ultima traccia lascia l'ascoltatore inebriato e sazio di un viaggio non solo musicale, ma fatto per lo più di atmosfere magiche e suggestive, inglobate perfettamente nel complesso di un panorama indefinito. Come affacciarsi da un promontorio, e vedere una valle pianeggiante al culmine della quale l'occhio non riesce più a distinguere tra cielo e terra. Certi dischi vanno ascoltati con attenzione, anche solo per vivere un'esperienza appagante per la nostra anima.