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venerdì 16 settembre 2016

Brit rock (moderno): i migliori 10!

Brit rock (moderno): i migliori 10!

Considerato che la mia mini classifica riguardante le migliori cinque cover rock sia stata apparentemente apprezzata, e che in questi giorni non ho né la voglia né l’ispirazione per affrontare tematiche più rilevanti, ho deciso di continuare in questo simpatico passatempo di raccontarvi alcuni attori della scena musicale che mi stanno particolarmente a cuore.
E visto che ciò non mi comporta alcuna fatica mentale, e mi sento piuttosto convinto delle mie preferenze in tale "categoria", ho deciso di parlarvi delle mie dieci band “Brit rock” preferite.
Ho ritenuto più opportuno dividere, del tutto arbitrariamente, il Brit rock in due distinte categorie temporali, al fine di semplificarmi il “lavoro”, e anche di non mischiare la carne col pesce: Gruppi Brit-rock moderni (nati o comunque consacratisi musicalmente dopo la fine degli anni 80’), e Gruppi Brit-rock classici (ovvero tutti quelli che sono venuti prima).
Oggi butterò giù la mia personale classifica della prima serie, e mi riprometto (chissà, tra un paio di giorni o forse un paio di mesi) di stilarne successivamente una tutta dedicata alle formazioni più “esperte”.

Dunque bando alle ciance, e lasciamo spazio alla musica!

10-The Verve: della band originaria di Wigan possiedo in realtà un solo album, il celebre “Urban Hymns”, e onestamente mi è bastato per porli alla base della mia personale classifica. Ciò per tre fondamentali considerazioni: innanzitutto i Verve trascendono l’etichetta di semplice gruppo brit, tenendo in sé un respiro musicale molto più ampio ed internazionale; in secondo luogo la band Richard Aschroft non era poi così “figa”, e a me quelli che passano tre quarti dei propri dischi a vantare le proprie presunte qualità adulatorie ed il proprio essere “in”, hanno sempre un  po’ annoiato (forse perchè sono invidioso!). E ultima, e più importante motivazione, i Verve hanno scritto almeno cinque pezzi che vanno molto al di là della canzone mediamente bella (per chi fosse curioso li cito: “A New decade, History, Sonnet, The drugs don’t works, Bitter sweet symphony).




9-Mogwai: Se i Verve rappresentano per molti versi l’aurea Pop della musica brit, i Mogwai, almeno inizialmente, hanno incarnato le tensioni più decisamente Post-rock dell’ambiente britannico. Dischi come “Mogway young team” e “Come on die young” sono imprescindibili per coloro che si dicono amanti della cultura post-rock.


8-Travis: gusto personale e dl tutto opinabile, ma i Travis a me sono sempre piaciuti molto: sarà per la dimensione intima delle loro composizioni (ascoltare l’album “The man who” su tutti), sarà perché il mio maestro di chitarra mi faceva suonare spesso “Sing”, ad ogni modo per me l’ottavo posto è il loro.



7-The Libertnes: alla band del “tenebroso” Pete Doherty va riconosciuta un’indubbia rilevanza storica, anche se forse (almeno al principio) non se n’erano accorti nemmeno loro! Sì, perché in un periodo in cui (i primi anni duemila) band americane come Strokes e White Stripes si contendevano il piedistallo della scena musicale giovanile internazionale, i buoni Libertines si sono prepotentemente intromessi in quella stessa scena, con la vitalità e l’entusiasmo che solo gruppi rock loro connazionali hanno avuto in passato (The Jam, Clash ecc. ecc.), e hanno ribaltato i riflettori nuovamente sul rock d’oltre manica. E poi, sono il gruppo ,così detto Brit, che forse più di tutti gli altri ha portato con sé gli stilemi e la grande eredità del Punk.



6-Franz Ferdinand: alla prorompente energia elettrica dei The Libertines, i quattro ragazzi di Glasgow devono sicuramente tanto, ma probabilmente devono ancora di più a quegli stessi gruppi “punk” che citavo prima, i Jam su tutti,  e anche un po’ alla classe dei crooner anni 50’. Aggiungete un pizzico di funky, post-punk e New wave, e la magia è fatta: non potrete non amare i Franz Ferdinand!



5-Coldplay: questa era l’unica posizione sulla quale non mi sentivo del tutto convinto. Posso sbattere, mi dicevo, i Coldplay al quinto posto!? Insomma, probabilmente parliamo della band inglese che ha avuto più successo negli ultimi quindici anni. Poi mi sono detto che dovevo farlo, perché i primi cinque semplicemente, ad oggi, mi piacciono di più. Chris Martin and co., come tanti altri loro colleghi, si sono lasciati forzare la mano dalla sete di successo, e dal volerlo mantenere. Così, diciamocelo, hanno fatto dei dischi davvero al di sotto delle loro possibilità (Ghost stories vince in assoluto il cucchiaio di legno del peggiore). Questo però non toglie che abbiano realizzato capolavori come “Parachutes” e “A Rush of blood to the head”, e, che nonostante si siano dati ad un Pop sempliciotto e troppo commerciale, rimane ancora difficile cambiare stazione quando alla radio passano un loro brano.



4-Oasis: della controversa storia dei fratelli Gallagher potremmo parlare per ore. Ma io sono un fan degli U2, ed in onore alla storica rivalità tra le due band (sebbene seconda a quella con i Blur), taglierò corto: gli Oasis avevano delle enormi potenzialità, e in più di un’occasione l’hanno dimostrato. Che ascoltiate “Definitely Maybe”, o “(What’s the story) Morning glory?”, vi sarà comunque ben chiaro che siamo di fronte alla band dalla caratura pop più elevata dopo i coldplay. Solo che a differenza loro hanno compiuto meno passi falsi. Poi il resto lo lascio alle riviste di gossip…



3-Muse: Sicuramente sono (o quanto meno sono stati) la band maggiormente influenzata dal Ghotic e dalla New wave che abbia avuto (e matenga) successo dai primi anni duemila sino ad oggi.
Anche loro si sono lasciati svezzare dallo showbuisness, ma va riconosciuto che lo abbiano fatto in maniera più coerente e poliedrica dei sopracitati Coldplay. Proprio la loro eterogeneità musicale, affiancata ad una bravura senza confini (che dire di Matthew Bellamy come cantante e chitarrista?!) mi ha spinto a concederli questo meritato terzo posto.


2-Blur: Stiamo parlando di Brit-rock, no? Bè per me loro sono quelli che da sempre hanno corrisposto di più a questa definizione, pur lasciandosi andare a sperimentazioni e innovazioni.  Il loro sound è unico e riconoscibile, e hanno saputo sfilarsi dalla definizione di gruppo Brit-Pop adolescenziale, per diventare qualcosa di molto più grande.
Con tutte le cadute che ne sono poi conseguite, per me “Parklife” e l’omonimo “Blur” rimangono in assoluto i capisaldi del genere di cui stiamo parlando.



1-Radiohead: Quando penso alla musica mi viene sempre in mente qualcosa di piccolo che sa diventare grande nell’animo di chi l’ascolta. È un po’ quello che capita con i Radiohead.
 Nell’arco di oltre vent’anni di onorata carriera ci hanno saputo far emozionare, arrabiare, sentire spaesati e a casa nostra, e rimangono ancora oggi uno dei gruppi più moderni che ci siano in giro.

Per di più, sebbene abbiano raggiunto un successo planetario, hanno saputo rimanere fedeli a quello che facevano sin dagli inizi, facendolo magari anche meglio: realizzare musica che piacesse prima di tutto a loro: e credetemi, già solo questo varrebbe il primo posto!


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