Ti crepa la pelle, ma la tua natura, che
per poco riduce al silenzio tutto il resto, ti chiama, e tu non hai di meglio da fare che
risponderle.
Ad ogni passo che sospingi in avanti s’accresce
la tua forza, s'irrigidisce la tua inizialmente tenue volontà.
L'odore acre della terra mescolata
all'erba, ancora umide, narra la tua storia, la tua essenza, meglio di quanto
ogni parola potrà mai fare.
E la nebbia, che svogliata e silenziosa
si leva dallo specchio d'acqua nell'angusta pianura, ti ricorda ancora una
volta il prezzo che hai pagato per liberarti dalle più selvagge e ferali paure,
sostituendole con delle nuove.
Più civili e subdole, non meno malvagie.
Ma sei libero, ora: nello spazio che
intercorre tra un passo e il successivo, nel vapore che fuoriesce dal tuo caldo
corpo, su questo suolo amaro sferzato dall'aria asciutta, sei libero. 
Come non lo sarai in nessun altro modo.
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