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giovedì 7 marzo 2019

Perché non siamo Sanniti



Amare la propria terra e interessarsi alla sua storia, come il non conoscerla affatto, potrebbe indurci nella facile tentazione di rievocare delle "gloriose" origini e mitologiche discendenze.
Spesso il Molisano si autodefinisce Sannita, supponendo, a volte anche in buona fede, di essere l'erede di un "popolo" celebre per la strenua resistenza che oppose alle più numerose masse romane, di lì a poco assurte a ruolo dominante nell'Occidente europeo.
Se la rilevanza storica e la complessità organizzativa della società sannita non possono essere messe in discussione, alla luce dei più recenti studi, delle evidenze archeologiche, e della semplice analisi dei fatti (le genti italiche che per secoli misero in difficoltà i romani non potevano certo essere un popolo di rozzi pecorari), lo stesso non si può dire della presunta stretta connessione che intercorrerebbe tra i moderni Molisani e questi ultimi.
I Molisani non parlano una lingua elaborata partendo da quella sannita, bensì una lingua figlia del latino (in uso ai Romani) e di varie contaminazioni successive.
I Molisani non professano una religione politeista sul modello sannita; "nemmeno i Romani", obietterà qualcuno. In realtà, come molti di voi sapranno, a partire dai primi anni del IV secolo d.C. il Cristianesimo si diffuse ampiamente nell'Impero, divenendo inesorabilmente la religione di Stato.
Infine da un punto di vista prettamente scientifico probabilmente gli attuali Molisani sono tanto simili agli antichi Romani che ai Sanniti.
L'unico elemento, peraltro non da poco, che condividiamo con il popolo sannita è parte del territorio in cui si era stanziato. Ma della cultura sannita, della sua celebre "resistenza" in quanto "popolo", e non come virtù individuale, poco ci è rimasto.
Faremo allora bene ad interessarci più al nostro territorio nel tentativo di conoscerlo e valorizzarlo, spingendo in tal senso su una politica locale e centrale che lo ha sempre snobbato quando non denigrato, piuttosto che richiamarci ad un passato illustre che non ci appartiene, se non per motivazioni geografiche ed ambientali.
Ed è proprio in virtù della rilevanza di tali motivazioni, e di tante altre positive componenti, che non possiamo crogiolarci nella nostalgia di un'antica grandezza, ma dovremmo batterci per il miglioramento di una preoccupante situazione presente, e per la mancanza di una prospettiva futura.

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